Leggende di Natale - Il panettone |
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La leggenda del panettone ci porta alla corte di Ludovico il Moro: Signore di Milano. È un giorno di festa, stanno per giungere numerosi invitati e tutto e pronto per ricevere gli ospiti. Nelle cucine c'è un grande andirivieni di cuochi, sguatteri, valletti... Il pranzo. ha inizio. Sulle tavole sontuosamente imbandite vengono servite le prime portate: carni arrostite, cacciagione, pollame, pasticci carichi di spezie... il tutto tra canti, risa, musiche, esibizioni di giocolieri. Nelle cucine, intanto, il capocuoco sta vivendo un piccolo dramma: il dolce, preparato con infinita cura, e riuscito male e se ne sta afflosciato su un grosso vassoio d argento. Nessuno sa come rimediare al «misfatto»! Solo uno sguattero, di nome Toni, non si perde d'animo: rimbocca le maniche e impasta in fretta e furia in un grosso recipiente un pane a base di farina, lievito, uova, burro, zucchero, frutta candita e spezie. Quando già sta per infornare il pane, scopre un barattolo pieno di uvetta e aggiunge anche quella all'impasto. Mentre nelle sale vengono serviti gli ultimi piatti, il pane nel forno lievita lievita, prende un bel colore dorato e diffonde intorno un delizioso profumo. Viene l'ora di servire il dolce. Lo sguattero, nascosto dietro un tendaggio, spia con ansia commensali. Dietro di lui, ancora più preoccupato, sta il capocuoco: se il dolce non avrà successo le conseguenze saranno disastrose! Ma il successo è unanime: i commensali chiedono a gran voce al padrone di casa di conoscere l'autore di quello straordinario grosso pane che mai nessuno prima ha gustato. Lo sguattero, intimidito e confuso, viene sospinto nella sala e accolto con battimani. Qual è il tuo nome? - gli chiede Ludovico il Moro. Mi chiamo Toni - risponde il garzone arrossendo. Nella confusione generale si sente distintamente una voce: Chiameremo questo dolce il «pan del Toni»! E con questo nome - panettone - il dolce ha fatto il giro del mondo. |
Era la notte di Natale. Nella calma ovattata della foresta, la neve scendeva copiosa e rendeva ancora più silenzioso il silenzio. Nella baita, la calda luce del camino, disegnava sul muro strane forme e nel lettino, sotto una calda coperta, Luca ascoltava la favola di Natale che il nonno gli stava raccontando: ” Vedi Luca, devi sapere che le stelle non sono nate senza un motivo. Tantissimi anni fa, in una notte come questa, un bambino più o meno della tua età, guardava fuori dalla finestra. Era una notte buia e silenziosa e il cielo era nero e scuro, non c’era neanche la luna, perché non esisteva. Quel bambino si sentiva solo, ma tanto solo, così solo che espresse un desiderio con una tale forza che si alzò un forte vento e tantissimi dei fiocchi di neve che scendevano, come in questo momento, volarono nel cielo, riempendolo di puntini bianchi e la luna comparve per la prima volta nella sua storia per proteggerli. Da quel momento tutti gli uomini guardarono le stelle quando volevano esprimere un desiderio. Tornando a quel bambino, pochi minuti dopo la comparsa delle stelle, sentì grattare alla sua porta, la aprì e vide davanti all’uscio una cesta e nella cesta, un cagnolino infreddolito che lo fissava con i suoi occhioni. Da quel momento quel bambino non si sentì mai più solo, neanche per un istante”. Il nonno fissò Luca per vedere se si era addormentato, il bambino invece era attento e lo fissava a sua volta. Distolse lo sguardo e lo rivolse alla finestra. La neve scendeva sempre più fitta. Luca guardò ancora il nonno: ” Anch’io nonno ho il mio desiderio. Vorrei che ogni anno della mia vita, in questa notte, tu mi racconti una fiaba!”. Il nonno sorrise intenerito e una lacrima spuntò nei suoi occhi. Luca era in piedi davanti alla finestra del suo appartamento. Era la notte di Natale. I suoi figli alle sue spalle, stavano aprendo i pacchi con una gran foga. Luca fissava tra i fiocchi di neve e il suo pensiero vagava nella folla dei suoi ricordi, quando il suo sguardo cadde sulla strada, dove alla luce bianca di un lampione, un vecchio mendicante stava controllando nella spazzatura: forse sarebbe riuscito a trovare la sua cena?! Come se sentisse lo sguardo di Luca addosso, si voltò verso di lui e sorrise, Luca ricambiò il sorriso, senza rendersi conto del perché. In quell’istante si sentì tirare la stoffa dei pantaloni: ” Papà, papà guarda che bello il mio garage nuovo!”. Luca accarezzò la testa di suo figlio e ritornò con lo sguardo alla strada ma anche se erano passati solo pochi secondi, il mendicante era scomparso….fu in quell’istante che la favola più bella che aveva mai sentito comparve nella sua mente. |
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